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MANIFESTO POP – episodio 5

L’architettura

Giò Pomodoro, all’anagrafe Giorgio Pomodoro (Orciano di Pesaro, 17 novembre 1930 – Milano, 21 dicembre 2002), viene considerato uno fra i più importanti scultori astratti del panorama internazionale del XX secolo. Era il fratello minore del noto scultore Arnaldo Pomodoro.

Nel corso della sua carriera, da esperienze di segni e scrittura automatica è passato ai lavori in ferro saldato e a negativi su terra, poi alle superfici in tensione. Tra il 1958 e il 1972 la sua produzione si concentra nel “ciclo della materia, del vuoto e della geometria” con Superfici in tensione, torsioni con Soli, Archi e Spirali. Predilige ampie superfici fluttuanti e grandi blocchi scolpiti nel marmo. In queste opere solitamente si aprono degli spazi vuoti che lasciano irrompere la luce del sole. Il sole è spesso il soggetto delle sue opere, a cui sono legati dei precisi significati simbolici. Del 1964-65 sono i primi studi sulle strutture portanti, legati all’idea di spirale come origine dell’azione e delle tensioni dello spazio. L’osservazione del moto degli astri e principalmente del Sole ha formato sicuramente fin dai primordi la coscienza spazio-temporale dell’uomo. Giò pomodoro recupera l’incanto di questo rapporto diretto con il moto degli astri.

L’opera “Radiale” è realizzata con grande perizia in un materiale insolito per questo autore e per quegli anni sperimentale: in fibra di vetro. E’ stata commissionata da Remo Brindisi agli inizi degli anni ’70 per essere collocata nello spazio centrale del salotto della casa museo del Lido di Spina, nel bianco lucente delle piastrelle che rivestono l’intera superficie del museo. Qui, in alto nel grande atrio cilindrico, sopra lo scalone ellittico, spicca per dimensioni e colore la grande forma sferica di Pomodoro che fissa nella forma plastica il senso del moto radiale.

L’archittettura del Museo Delta Antico:

https://www.museodeltaantico.com/manifesto-pop-episodio-5/