LA COLLEZIONE
Nella foto:
Stanley Tomshinsky, Dans le Samsara, 1970
la collezione
Una grande collezione, eterogenea,
costituita da 1.100 opere scelte da Brindisi
per capire il proprio tempo
SEZIONI DELLA COLLEZIONE
Tra impegno e ironia
Una grande tela di Brindisi e sculture
Angoli della memoria
Spazio "Zero"
Astrattismo geometrico
Pop art e Nouveau Réalisme
Lo spazio del cuore
Calligrafia e materia
Tra Surrealismo e Art Brut
Lo studio di Brindisi: ritratto di un artista
casa museo remo brindisi virgolette apertura

Una volta terminata la costruzione architettonica si è affrontata una nuova difficoltà, vale a dire la collocazione delle opere. Ciò è stato fatto senza seguire criteri cronologici o gerarchici, ma secondo una concezione estremamente democratica che non ha tenuto conto di graduatorie di valori, ma si è basata sull'inserimento delle singole opere nel loro contesto estetico-architettonico più congeniale. Ciò ha corrisposto anche ad una delle esigenze primarie che sono alla base del Museo Alternativo, vale a dire l'integrazione di tutti i suoi elementi architettonici, plastici, grafici, di arredamento e così via, in un unico linguaggio che sia in grado di offrire una visione globale della nostra epoca.

Remo Brindisi

Dall'archivio della Casa Museo Remo Brindisi, documento del 1978

casa museo remo brindisi virgolette chiusura
Tra impegno e ironia

Fernando Gutierrez De Velasco, Corse di cavalli, 1969

Olio su tela, cm 50x60

Un diffuso e sentito impegno sul piano civile nei contenuti e una vena ironica segnano il carattere delle oper di questo gruppo: tematiche sociali secondo un'idea di creatività al servizio della società. Le opere sono esposte nella tavernetta al piano interrato. Era per Brindisi il luogo della dimensione domestica, famigliare della casa. Non a caso, gli arredi e le opere presenti in questo spazio vissuto rimandano a quella dimensione “anni ‘70” evidente nel gusto degli arredi (si vedano in particolare le lampade di Bruno Contenotte).

Una grande tela
e sculture

Remo Brindisi, La giacca, 1964
Olio su tela, cm 275x400

Tre dipinti su tela di grandi dimensioni sono stati realizzati da Brindisi direttamente per la propria casa-museo, intesi come elementi integranti di certi precisi spazi. Qui la pittura strutturalmente materica di Brindisi ancora risente dell’influenza dell'Espressionismo astratto americano filtrato dalla poetica dell'Informale europeo.

Gli spazi e le opere - sculture di Luciano Minguzzi, Carmine Cecola, Medardo Rosso, Mario Ceroli - vengono riflessi e rimandati molte volte dagli specchi alle pareti, secondo la concezione di "immagine tautologica" di Nanda Vigo.

Angoli della memoria

Alcuni dei giocattoli meccanici della collezione di Remo Brindisi

Questo piccolo spazio era a servizio della sala da pranzo per far arrivare le vivande, con un montacarichi, dalla cucina del piano interrato. Qui Brindisi ha collocato in vetrina la sua collezione di giocattoli meccanici, frutto di una curiosa predilezione personale che anche gli amici alimentavano, per parte loro, con dei regali.

Tra le fotografie, testimonianze di una vita di incontri e attività a tutto campo, si vede il presepe intagliato in legno da Fedele Brindisi, il padre di Remo, che ogni anno a Natale veniva esposto all’interno della casa-museo.

Spazio "Zero"

Bruno Munari, Acona Bconb, 1965
Acciaio

Nel cilindro centrale, 12x12 m, le opere presenti rimandano al clima culturale particolarmente vivo tra gli anni Cinquanta e Sessanta che si può sintetizzare nelle definizioni "Zero" e "Arte cinetica e programmata".

È un movimento che rifiuta la soggettività e l'attenzione all'emotività di altre tendenze artistiche, scegliendo invece rigore, chiarezza, silenzio. Gli elementi innovativi di ricerca sono la luce, lo spazio, il movimento nelle loro molteplici variabili, scomposizioni, modulazioni.

Astrattismo geometrico

Gualtiero Nativi, Cattedrale nello spazio, 1976
Olio su tela, cm 50x50

Nel secondo dopoguerra si manifesta una forte ripresa delle poetiche dell'astrattismo.

Ci sono esempi di astrattismo geometrico, che supera la rappresentazione indagando il puro rapporto tra le forme, le linee e i colori, come pure di Minimalismo e Op (optical) art, che ha i propri riferimenti nell'opera di Mondrian e del Suprematismo russo. Questo stile genera un linguaggio internazionale, un dialogo tra autori di paesi diversi e tra generazioni, come è evidente anche dall'insieme di opere di autori europei ed americani qui esposte.

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La Casa Museo, o Museo Alternativo, ha un valore determinante per capire la sua personalità: da un lato una poetica omogenea, dall'altro una totale disponibilità verso le più differenti esperienze artistiche. A Spina sono esposte opere diversissime: da Arturo Martini a Andrea Cascella, da Fontana a Giacometti, da Melotti al gruppo Cobra. Il massimo merito di Brindisi collezionista è che non identifica il mondo con sé stesso.

Luciano Caramel

in occasione della Mostra antologica di Remo Brindisi realizzata a Reggio Emilia nel 1985

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Pop art e
Nouveau Réalisme

Raymond Hains, Fiammiferi 14 rossi, 1971
Tenica mista, cm 100x94x10

La "Camera nera " è detta anche "Camera prototipo" delle stanze da letto della villa. Arredata con mobili di Nanda Vigo, è dominata dalla presenza della boiserie di Emilio Isgrò, creata su misura per questo ambiente.

Lo stile delle opere collocate in questa stanza e nel corridoio attiguo è in generale vicino alla Pop Art e al Nouveau Réalisme, a parte il concettualismo di Isgrò e altri elementi quali l'optical di Vasarely, l'informale di Vedova e la sedia "art nouveau" di Mackintosh.

Lo spazio del cuore

Gino Severini, Danseuse
Olio su tela, cm 60x46

Il “salotto bianco” è concepito all’origine come un ambiente intimo. Brindisi ha qui inserito una delle tre grandi tele dipinte appositamente per la casa-museo, dove prevale l'approccio esistenzialista in una raffigurazione simbolica di carattere drammatico.

Alle pareti sono riunite alcune opere di maestri per lo più del primo ‘900 considerate da Brindisi vicine alla propria sensibilità e a lui particolarmente care. E non a caso figura qui anche un autore novecentesco che Brindisi annovera tra i suoi maestri: Francis Bacon.

Calligrafia e materia

Hsiao Chin, Lontananza, 1961
Tecnica mista su tela, cm 120x100

Con due orientali approdati a Milano negli anni '50, il cinese Hsiao Chin e il giapponese Kengiro Azuma, sono qui collocate opere di Seuphor, Tancredi, Bonfanti, Munari, Cavallaro, Fontana, Reggiani, De Luigi.

Tali opere testimoniano dell’avvenuto incontro e della contaminazione tra la sintesi segnica e le atmosfere della tradizionale pittura ad inchiostro orientale e la pittura di segno e di gesto, tipica dell'Espressionismo astratto, con la nascita di stili ibridi che si diffondono a livello mondiale.

Tra Surrealismo
e Art Brut

Jean Dubuffet, tempera su cartoncino
cm 53x37

Troviamo anche le tendenze artistiche del secondo dopoguerra che ricercano una rappresentazione libera e surreale. Il Gruppo surrealista CoBrA (acronimo composto dalle iniziali di Copenaghen, Bruxelles, Amsterdam), artisti come Enrico Baj e Gianni Dova, esponenti dell'Informale seguono questa poetica. Si tratta di arte non dogmatica caratterizzata da uno spirito giocoso. Wifredo Lam contamina le suggestioni delle sue origini afro-cubane con la lezione del Surrealismo francese. Particolarmente significativa anche l'esperienza di Jean Dubuffet, che definisce il suo stesso lavoro "art Brut", cioè “arte rozza”, nel senso di originaria, non meditata.

Lo studio di Brindisi
ritratto di un artista

Remo Brindisi nel suo studio a Lido di Spina

Viene qui “ricostruito” fedelmente l’ambiente nel quale il maestro trascorreva larga parte delle sue giornate di lavoro a Lido di Spina.

Non a caso qui figura il terzo dei grandi dipinti eseguiti da Brindisi per la casa-museo: la grande tela intitolata “Progressista contro conservatore".

Con i mobili e gli arredi originali, si ripropone il tipico allestimento delle opere a "quadreria", che caratterizzava lo studio. Dipinti e disegni si riferiscono a diversi periodi artistici di Brindisi.